LETTERA APERTA AL MINISTRO DARIO FRANCESCHINI da FED.IT.ART

FED.IT.ART. Nazionale ed i suoi Coordinatori Regionali:
NO ALLA NETFLIX DELLA CULTURA!
SI AL SOSTEGNO AGLI OPERATORI EXTRA FUS!

Lettera aperta al Ministro dei Beni e delle Attività Culturali
On. Dario Franceschini

Cos’è un Teatro senza pubblico… la stessa cosa di una lanterna magica senza luce!

Con questa semplice frase intendiamo esprimerLe il nostro dissenso, all’idea di creare una piattaforma streaming per lo Spettacolo dal Vivo, come surrogato dello stesso.
Una sorta “di Netflix della Cultura”, come da Lei affermato il 18.04.2020 su Rai 3, nel programma “Aspettando le parole”, condotto da Massimo Gramellini, potrà forse aiutare a incentivare la promozione del Teatro ma non può sostituirsi ad esso. Il Teatro, è tale perché si svolge e prende forma rigorosamente… dal Vivo. Altrimenti non è Teatro!

Sentiti in videoconferenza tutti i nostri coordinatori regionali di: Campania, Lazio, Toscana, Emilia-Romagna, Liguria, Lombardia, Piemonte, Trentino-Alto Adige, Veneto, Friuli-Venezia Giulia, Sicilia, Calabria, Puglia, Basilicata, Molise, Abruzzo, Sardegna, Marche, con la presente siamo perciò qui a esprimerLe il nostro grido di dolore, sia come Produzioni che come Esercizi teatrali indipendenti e d’innovazione, nella maggioranza dei casi Associazioni Cultuali non supportati (o minimamente sostenuti) dal FUS, che comunque rappresentano, nei territori d’appartenenza, una capacità “d’impresa privata” e di produzione lavoro, che è e deve restare soprattutto: presidio di Civiltà.

Come Lei sa siamo stati i primi a chiudere e con ogni probabilità saremo gli ultimi a poter riaprire i nostri Spazi d’arte (come per altro il dott. Colao, pare abbia già informalmente definito – da ciò che la stampa riporta – come sesto punto per la ripresa dall’Emergenza Covid-19). Con la consapevolezza che tutto non sarà mai più come prima.

Se il Teatro, solo in streaming prendesse davvero forma, non si potrebbe più parlare di Spettacolo dal VIVO! Anzi, ciò rappresenterebbe un autentico “De Profundis” per i teatri e, di conseguenza, per tutti gli operatori che vi lavorano, impegnandovi non solo creatività ma patrimoni, materiali e immateriali.
Come potranno, infatti, le tante attività che investono tempo, soldi e anima nel mantenere vivo uno spazio teatrale – spesso in Provincie e realtà decentrate o periferiche ma dove pur
rappresentano un avamposto socio-culturale e un presidio di resilienza fondamentale, soprattutto per i giovani e le popolazioni delle aree interne – sopravvivere alla nascita di una piattaforma di Teatro solo in WEB? Quando poi, questi teatri, e questi spazi, hanno soprattutto rappresentato, in questi luoghi, anche dei centri d’incontro e formazione e socialità?
Quale teatro periferico acquisterà e potrà mai più programmare, creando evento e comunione d’incontri, uno spettacolo programmato magari prima in streaming da uno dei Teatri più grandi e pubblici? Di conseguenza: quale cittadino pagherà mai più un biglietto al botteghino per uno spettacolo che può, con pochi soldi di abbonamento annuale, vedere comodamente seduto sul divano di casa sua, programmato magari dall’ India a Roma o dal Piccolo a Milano?
Ciò rappresenterebbe la morte certa per tutti i piccoli spazi presenti, come ricchezza, nella Penisola, anche perché incapaci di competere da un punto di vista di attrezzature tecnologiche.
E poi: quale Compagnia scritturerà gli attori per delle tournée se potranno invece, scritturarli, per la sola registrazione da trasmettere sul web (7-8 giorni di lavoro)? Il resto dell’anno che fine farebbe il mestiere dell’Attore e dei Lavoratori dello spettacolo?
Programmeremmo solo la morte civile per tutti.
Non a caso, questa proposta, nel giro di poche ore, è stata rifiutata da tutti. Perché ha fatto rabbrividire tutti!

Reputiamo davvero non percorribile, e poco onorevole, l’idea che un Ministro della Repubblica Italiana ritenga che un canale a pagamento, che di norma è interesse di privati, possa risolvere il problema dello Spettacolo dal Vivo?

Inoltre, gli operatori dello spettacolo, nonostante le tante richieste di aiuto avanzate, denunciano come ancora non si palesi in modo chiaro come – attraverso il Decreto Legge n° 2463 del 9 Aprile, art. 90 – saranno destinati fondi ad organismi extra FUS.
Ricordiamo che i teatri di media e piccola grandezza e le produzioni non sovvenzionate dal Ministero rappresentano circa il 70% del mercato del lavoro teatrale.
Oggi, vediamo solo la condanna a morte per la stragrande maggioranza dei teatri Italiani! Ciò premesso, volendo collaborare e svolgere la nostra parte per superare la crisi che ci attanaglia,


CHIEDIAMO

1) Che sia specificato chiaramente, come e quanto dei 130.000.000,00 di euro stanziati siano destinati ad organismi Extra FUS;
2) Che una parte cospicua dei 130.000.000,00 di euro venga assegnato alle Regioni e che il MiBACT dia un chiaro indirizzo di intervento, alle Regioni stesse, a favore degli organismi extra FUS.
3) La non istituzione e la non attivazione di qualsiasi piattaforma digitale che riguardi lo Spettacolo dal Vivo, in quanto contraria alla sua natura e che ne comporterebbe la sua definitiva morte.


Fiduciosi della Sua attenzione e della richiesta di collaborazione.
Porgiamo Cordiali Saluti


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